
In occasione della Milano Digital Week, lo scorso 19 marzo, abbiamo realizzato il workshop online di co-design “Become a Digital Transformer: Space Mission for Sustainable Futures” in partnership con Il Master in Design the Digital Strategy del Politecnico di Milano e A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie.
Grazie all’incontro tra imprenditori, coach e i giovani designer, in un’ottica di disruptive innovation, abbiamo creato un’opportunità di dialogo e contaminazione dove confrontarsi – attraverso un role-playing game ambientato nello spazio – per comprendere i bisogni e individuare insieme opportunità progettuali.
I protagonisti ci raccontano com’è andata la loro avventura extraterrestre.
Abbiamo incontrato persone intraprendenti, entusiaste, professionisti positivi. Abbiamo esplorato nuovi modi e nuovi mondi, grazie alla disruptive innovation.
Abbiamo creato un’opportunità per progettare scenari futuri sostenibili. Ci siamo divertiti.
Alla fine dell’evento, avevamo tutti una gran voglia di ripeterlo.
Rifacciamo, rifacciamo, rifacciamo!
È un dono quando alla fine di un lavoro, hai la carica per proporre un bis. Perché un evento del genere porta tanto valore per chi ne prende parte? Ve lo raccontiamo attraverso la voce dei nostri eroi, partiti per una missione spaziale.
Cominciamo con gli imprenditori, che si sono messi in gioco e hanno trovato spunti progettuali inediti, (ri)scoprendo il pensiero laterale.
“L’evento è stato la conferma di come il confronto e il mescolare punti di vista differenti possano creare opportunità e idee innovative. È stato un piacere poter dare il mio contributo a un’esperienza originale e divertente a supporto di giovani studenti preparati e determinati come Luana, Monica, Paola e Michela, oltre a un moderatore attento come Niccolò. Manteniamo allenato il “pensiero laterale”!”
Daniele Guerzoni, titolare di Guerzoni Srl
“Kipling diceva: “Viaggia più veloce chi viaggia da solo”. La mia esperienza come Digital Transformer? Si viaggia più veloci insieme, soprattutto se la compagnia è creativa. L’unione di differenti visioni e pensieri freschi ha dato risultati superiori alle aspettative. Il lavoro in gruppo mi ha sicuramente indicato la strada da percorrere”.
Clelia Petri, responsabile controllo gestione e qualità di C.B. Srl Costruzioni Brescianini
“È stato un piacere portare il nostro contributo al workshop Become a digital transformer e innanzitutto desideriamo ringraziare l’Associazione per l’opportunità riservataci nonché per la continua attività propositiva a 360°.
Riteniamo fondamentale per la crescita dell’impresa approcciare nuove relazioni e contaminarsi con profili di alto livello, quali i partner dell’evento, promuovendo un confronto con i giovani designer, assoluti testimoni dei cambiamenti in atto.
Le riflessioni scandagliate durante il brainstorming e il successivo Rapid Idea Adoption Test ci hanno restituito nuovi significati da cui ricavare degli spunti inediti per lo sviluppo dei nostri prodotti.
Fermare la quotidianità, alzare la testa dal tavolo e cercare di guardare oltre non è solo un gioco di ruolo ma un dovere che ci coinvolge tutti alla ricerca di innovazione per un futuro sostenibile.
Felici dell’esperienza, siamo pronti a nuovi teletrasporti verso altri pianeti”.
Mario Scotti, titolare AUESSE Srl
“ELSE NUCLEAR ha partecipato con entusiasmo all’esperienza legata a questa “missione spaziale” e ne esce con parecchi spunti interessanti per futuri sviluppi innovativi all’interno della crescente digitalizzazione dei prodotti e dei processi in ambito aziendale, piacevolmente colpita dalle capacità di “pensiero laterale” di tutto il team di studenti presenti al tavolo di lavoro”.
Giuseppe Merlino, titolare e Giacomo Manessi, sales manager ELSE NUCLEAR Srl
“Non capita tutti i giorni di entrare in contatto con delle Digital Trasformers! L’evento promosso da Twig, A.P.I. e Politecnico di Milano è stato un #PercorsoEsperienziale, professionale e umano, di altissimo valore. Redpoint si arricchisce di nuove voci e nuove idee, che ci illuminano con originali punti di vista e opportunità future”.
Antonella Girardi, Socio di RED POINT Srl
“A partire da un impianto narrativo originale – una missione spaziale – l’esperienza è stata stimolante, costruttiva, inconsueta, ma soprattutto ci ha offerto la possibilità di confronto con giovani che hanno molto da dire. Lo scopo della missione? Riportare sulla terra una parola, un punto di partenza, una via. La nostra è “sottosopra”. Già, perché nel tempo trascorso sul pianeta, meta della missione, abbiamo ribaltato pensieri e costruito punti di vista inaspettati. Noi siamo pronti per altre missioni!”.
Cristina Masciola, direttore Marketing & Comunicazione AM Instruments Srl
“Opportunità di networking, organizzazione impeccabile, format veloce ed efficace: “Become a Digital Transformer” ci ha fatto mettere in gioco; ricompensato con gli spunti, le intuizioni e la freschezza che garantiscono i non-addetti ai lavori; e fatto conoscere un mentore e tre studenti d’eccezione. Come eLegere trasforma i processi operativi aziendali in applicazioni web e mobile, così questo workshop ha trasformato il modo di vedere la nostra piattaforma e i suoi ambiti applicativi. Ringraziamo per questa occasione di confronto, con l’auspicio di poterne organizzare presto altri”.
Stefano Conconi, socio co-fondatore e Mario Levratto, business development advisor di Vesenda Srl
E poi loro, i giovani designer che hanno sperimentato con successo, in un evento pubblico, una sessione speed di co-design.
“Veramente emozionante, coinvolgente e mi ha dato un sacco di energia e motivazione. Non capita tutti i giorni e quindi, ho apprezzato moltissimo.”
Elena Palermo (Tavolo Vesenda Srl).
“L’esperienza è stata interessante e formativa, se pur breve, perché ci ha introdotto ad un dialogo aperto con aziende ed imprenditori e quindi alla possibilità di intercettare stili di pensiero e bisogni reali.”
Simone Allegri (Tavolo AM Instruments Srl)
“È stato molto piacevole trovarsi a un ‘tavolo’ virtuale, insieme ai miei colleghi e al nostro coach, e confrontarsi con un’azienda quale AM Instruments. Il clima era dei migliori, infatti fin da subito è stato possibile creare un dialogo creativo e costruttivo, tra domande e ipotesi, fino a giungere a una simpatica votazione per decidere l’idea più interessante. Tra le varie keyword, quella che abbiamo scelto è stata ‘sottosopra’ perché più di tutte rappresentava l’approccio e lo spirito con cui abbiamo voluto agire. È stato tanto stimolante! Grazie.”
Riccardo La Placa (Tavolo AM Instruments Srl)
“La nostra parola è co-creazione . Questa può riferirsi sia alla richiesta del cliente di includere il consumatore nella fase di ideazione, sia al lavoro svolto durante il workshop, momento in cui ognuno di noi ha dato un contributo unico per arrivare alla definizione della key-word finale. L’esperienza è stata disarmante. Non sapevamo bene cosa aspettarci, né in che modo potevamo essere utili, ma nello spirito della co-creazione ci siamo messi in gioco, ognuno con le sue esperienze e il suo bagaglio, nella diversità del proprio essere se stessi. È stato bello vedere le idee (da quelle concrete a quelle più assurde) spingersi tra di loro, ed è stata confortante la presenza costante di un coach pronto a rindirizzare i vari spunti. È stato stimolante, un’ottima occasione per confrontarsi e imparare nuove cose. Grazie mille per l’opportunità! Da rifare!”
Giulia De Donatis, Stefano Lain, Elisa Legnazzi e Serena Monaco (Tavolo C.B. Costruzioni Brescianini Srl)
“Il pensiero è la capacità che permette all’essere umano di entrare in relazione con la realtà circostante attraverso l’elaborazione di informazioni interne ed esterne collegabili, anche, ad esperienze pregresse. Il pensiero favorisce la risoluzione di problemi, la presa di decisioni ed è, soprattutto, collegato al concetto di immaginazione. Immaginazione è una delle tante parole chiave che ha caratterizzato la nostra esperienza con Guerzoni, esperienza durante la quale ci siamo allontanate dalle norme classiche della razionalità e dal modo di pensare convenzionale e tradizionale, esplorando altre forme di pensiero più creativo, divergente e lontano dalla logica ovvero quello definito pensiero laterale. Abbiamo, per questo, trovato il lavoro con Daniele estremamente stimolante; il workshop ci ha permesso di comprendere la realtà e valori della sua impresa e di metterci alla prova cercando nuovi scenari per un prodotto Guerzoni, guidate dall’aiuto e dai consigli di Niccolò. È stata un’opportunità non solo per sperimentare ma anche per approfondire e per guardare con occhi diversi il tema della sostenibilità, tema fondamentale ai giorni d’oggi ma, spesso dimenticato. L’esperienza, per noi, è stata totalmente nuova e quanto abbiamo appreso ci ha arricchite come future professioniste.”
Luana Laganà, Paola Guarnaccia, Michela Cornacchione e Monica Benotti (Tavolo Guerzoni Srl)
Esperienza arricchente e interessante, ho apprezzato molto poter parlare allo stesso tavolo con persone con lavori e conoscenze diverse disposte ad ascoltare. Vorrei fare anche i complimenti al nostro coach Simone che ha supportato il gruppo nelle varie fasi (oltre al fatto che le sue ultime lezioni si siano rese utili ancor di più durante l’incontro specifico). Non vedo l’ora del prossimo workshop! Grazie :)”
Enrico Fattori (Tavolo ELSE NUCLEAR Srl)
“Esperienza interessante e stimolante sia per l’aspetto brainstorming sia per l’atmosfera propositiva che si è creata durante il gruppo di lavoro.”
Sara Bertoldi (Tavolo ELSE NUCLEAR Srl)
“L’esperienza dicon l’azienda Auesse ci ha dato la possibilità di mettere in pratica il pensiero laterale con cui il Master in Design the Digital Strategy ci sta insegnando a ragionare. Ciò che ha reso l’incontro davvero stimolante per noi è stata proprio la possibilità di collaborare in modo diretto con delle realtà aziendali e sentirsi parte dello sviluppo di progetti concreti. Sedersi virtualmente a un tavolo di co-design con l’azienda e trovarsi nel pieno di un brainstorming è stata una grande sfida per dar spazio alle nostre idee!”
Ludovica Ambu, Francesca Cimelli e Pasquale Triunfo (Tavolo AUESSE Srl)
“Partendo dalla nostra keyword, che è stata #PercorsoEsperienziale, è emerso che il report di un’azienda potrebbe assumere sempre più i connotati di un’esperienza. Questo per un duplice motivo: per prima cosa, per far sì che da una parte i valori dell’azienda possano essere maggiormente interiorizzati dall’azienda stessa, diventando parte della propria cultura, e in seconda battuta per aumentare la comprensione e la consapevolezza dei propri valori da parte dell’utente finale. Questo perché viviamo in un mondo in cui (per fortuna) diventano sempre più importanti valori che non siano meramente di natura finanziaria. In quest’ottica il report potrebbe rappresentare l’identità dell’azienda ed esprimerne i valori fino a diventare il punto d’incontro tra talenti, intesi come nuove risorse a livello di personale e azienda. Inoltre il report potrebbe fungere da bussola per monitorare e guidare le migliorie in tema di sostenibilità, facendo in modo che si tratti sempre di un processo in divenire.
Per quanto riguarda la nostra esperienza personale all’interno del workshop, abbiamo partecipato a uno scambio molto positivo di opinioni e idee, che è stato di grande ispirazione perché gli argomenti che sono emersi dal tavolo sono stati vari e molto legati alla nostra attualità. È stato quindi molto stimolante per noi rifletterci!”
Iness Hamad, Cecilia Pirina, Stefania Totaro e Giulia Mosca (Tavolo RED POINT Srl)
I coach, che hanno guidato i tavoli del workshop, facilitando l’incontro e favorendo nuove opportunità per tutti i partecipanti.
“Io partirei dalla parola chiave che è emersa che è percorso esperienziale; in qualche modo condensa le varie sfaccettature dell’argomento secondo me più interessante di cui abbiamo parlato, il punto focale: la necessità di cambiare la cultura.
Cambiare la cultura delle imprese, delle persone, per fare sì che i temi della sostenibilità non siano solo una spilletta da apporre su un’azienda che poi fa quello che vuole, ma che diventino veramente un driver importante per condurre l’azienda e nel percorso di crescita migliore possibile.
Mi piace l’idea che tra i vari stimoli che sono emersi, sia emersa appunto l’importanza delle persone e del far sì che la sostenibilità – il bilancio di sostenibilità nel nostro caso, perché è il prodotto su cui abbiamo ragionato – non sia solo una operazione di facciata, ma sia un cambio di paradigma culturale che coinvolga le persone in modo positivo. Quindi non un obbligo ma un qualcosa che vada al di là delle singole mansioni fino ad includere il concetto di intrattenimento tramite il quale ci siamo spinti a immaginare il tema della sostenibilità come un racconto esperienziale e piacevole da far rientrare dentro alla narrazione dell’impresa e delle persone che la compongono.”
Katia, Executive Advisor di Twig
“La nostra parola era SOTTOSOPRA. Perché per me rappresenta il lavoro fatto insieme?
Perché credo che l’innovazione passi dal guardare un prodotto/servizio/esperienza con occhi nuovi, senza giudizi pre-costituiti.
Se non abbiamo questo timore reverenziale, allora possiamo permetterci di osservare il tutto da mille angolature, di smontarlo e di girarlo sottosopra per invertire i nessi che lo regolano e scriverne di nuovi.
Ad esempio, nella nostra sessione abbiamo ragionato su un prodotto che risponde al bisogno di sanificazione delle mani guantate e che consente di monitorare il comportamento degli utenti in relazione a questa abitudine.
Possiamo dire che rispondesse alla domanda: “visto che il mio obiettivo è sanificare, come posso usare i dati per ottimizzare questo processo e correggere eventuali dimenticanze?”
Una delle idee che più mi ha colpito è partita dal mettere sottosopra queste due cose, invertendo necessità di sanificazione e monitoring: “Visto che il mio obiettivo è monitorare i comportamenti, come posso usare la sanificazione come espediente per capire come si muovono le persone in un determinato ambiente?”
Per me sottosopra indica non solo il ragionamento progettuale ma l’intera operazione.
Giulia, Executive Advisor di Twig
“E’ stato un evento molto stimolante e che dimostra quanto valore si possa generare mettendo allo stesso tavolo persone con età, esperienze e competenze molto diverse. Utilizzare metodologie tipiche del design ha permesso a tutti di ragionare a mente libera, sgombra da preconcetti o assiomi e generando non solo idee innovative ma anche realmente testabili sul mercato in tempi brevi.
Sicuramente un’esperienza da ripetere!”
Simone, Executive Advisor di Twig
“Il valore di appuntamenti come quello che abbiamo realizzato sta soprattutto in due fattori: contaminazione e tempo. Una sessione speed di co-design (tempo) offre l’opportunità di ottimizzare al meglio lo scambio di punti di vista (contaminazione) tra gli interlocutori e dar vita a nuovi progetti.”
Niccolò, Executive Advisor di Twig
“L’idea (o meglio, insieme di idee) che è venuta fuori nasce dall’esplorazione di come si possa instaurare una #nuovarelazione di valore tra una persona e un oggetto di arredo urbano (un cestino della spazzatura), che normalmente vediamo solamente come un oggetto funzionale a rispondere a un unico obiettivo pratico.
Partendo dalla tecnologia dello smart bin, abbiamo immaginato che l’oggetto possa diventare un elemento di un servizio che entra in contatto con diverse tipologie di utenti per sensibilizzarli, educarli e incentivarli alla raccolta differenziata e al rispetto dell’ambiente, grazie a logiche di gamification.”
A mio parere, il valore dello scambio che è avvenuto in questo evento sta nel fatto che c’è stata una grande apertura mentale da entrambe le parti del tavolo virtuale: l’azienda ha ascoltato in modo molto aperto le proposte che sono arrivate da menti giovani, magari poco esperte della tecnologia specifica, ma molto fresche e abituate a ragionare sulla lettura dei bisogni delle persone e su come trasformare la risposta a un bisogno in una modalità di engagement.
Il lavoro è stato quindi un intreccio continuo tra bisogni dell’azienda, opportunità tecnologiche e bisogni delle persone, che ha generato, intreccio dopo intreccio, nuovi strati di opportunità e idee.
Caterina, Strategic Designer di Twig
“Recentemente mi sono imbattuto in una riflessione di Michele Pollico, professore e imprenditore, che penso sia molto calzante con l’approccio usato durante l’evento di venerdì per la MDW:
‘Una scuola che non insegna a farsi domande, e a dare risposte, magari anche sbagliate ma personali, è una scuola che purtroppo non prepara le persone per il mondo del lavoro contemporaneo, in cui tutti, nessuno escluso, dobbiamo avere un approccio da imprenditori, da innovatori, da costruttori del futuro, che è fatto di sogni, di desideri e di visioni più che di informazioni, che peraltro sono ampiamente disponibili.’
Ed è proprio con questa mentalità che penso sia nato un momento molto interessante di collaborazione e, per citare la keyword individuata dalla mia crew di esploratori spaziali, di co-creazione [che era la keyword] dove imprenditori, studenti del Master in Design the Digital Strategy e professionisti della Digital Disruption, si sono interrogati su possibili evoluzioni di business con un approccio completamente innovativo out of the box. Il risultato? Tanti stimoli e domande aperte alla quale rispondere, ma che sono il primo passo verso la vera innovazione.
Umberto, Strategic Designer di Twig
“E’ stata davvero un ‘ora e mezza di scambio di energia puro; l’azienda da una parte con una gran voglia di mettersi in discussione, e gli studenti dall’altra pronti a raccogliere la sfida.
Sono davvero preziosi questi momenti e lo dico sia con il cappello di progettista che con quello di formatrice.
La parola take away del nostro tavolo è stata “relazione” ; relazione perché il loro servizio è proprio progettato per far comunicare in maniera efficiente persone e dati diversi.
Relazione ha quindi di volta in volta assunto significati differenti, prima in ottica di trovare contesti dove questi tipi di relazione fossero essenziali e poi in ottica di come creare relazioni virtuose tra tipologie di dati diversi “human e big data” in grado di arricchirsi a vicenda.
Relazione rispecchia poi il metodo usato durante il workshop: un momento di brainstorming condiviso dove spingersi insieme a provare a sperimentare nuovi punti di vista e provare a innovare creando “relazioni progettuali” non ancora esplorate, e perchè no.. anche inaspettate forse.”
Serena, Service Designer di Twig
I mentor che, insieme ai coach, hanno guidato i giovani designer hanno contribuito con la loro esperienza ad arricchire brainstorming “fuori dagli schemi”.
“È stata una esperienza molto interessante, condotta in modo originale e divertente, che ha favorito il pensiero “laterale” di problem solving e di marketing fuori dagli schemi di impresa. Sara, Benedetta, Enrico, studentesse e studente del tavolo di discussione cui ho partecipato, mi hanno colpito per la profonda e brillante intelligenza! Preparati e concentrati. Giovani così ci rendono fiduciosi nel futuro del nostro Paese”.
Cristina Melchiorri, Titolare di Advanced Smart Solutions Srl
“La reputazione digitale è una delle principali preoccupazioni delle aziende, forse il principale tra gli “asset intangibili” che tanto spazio stanno prendendo anche nello stato patrimoniale delle società. La reputazione, buona o cattiva, fa e disfa il successo delle aziende, è volubile e capricciosa e tenerne in mano i fili significa seguirli nell’inestricabile intreccio delle reti sociali. Anche la reportistica di impresa non può sottrarsi a questa esigenza. Non solo prospetti e rendicontazione devono essere parte di una più generale strategia reputazionale; dovrebbero anche essere progettate in modo “sociable”, cioè già predisposte per una condivisione positiva sui media social. Attenzione però. La natura “social” dei network impone un tono personale alla narrazione e questa è una sfida importante. Strumenti spesso algidi e quantitativi, improntati da sempre all’esattezza contabile e alla precisione espositiva, devono conservare queste doti pur imparando a raccontarsi in maniera personale, in una conversazione rivolta non solo agli analisti, ma agli altri esseri umani che fanno parte della rete”.
Paolo Valcavi, Avvocato esperto di personal web reputation, e Alessandro Cederle, Esperto di Digital Transformation
Infine, ecco le conclusioni dei tre “Ufficiali della Federazione Galattica”, che hanno surfato insieme a noi la via lattea della contaminazione.
“Stiamo vivendo un momento pesante come società e in cui si vive in un eterno oggi perché c’è paura o stanchezza nel pensare al domani e il numero di interazioni nelle nostre vite è limitato. Questa occasione ci ha messo davvero sottosopra: abbiamo pensato al futuro insieme agli studenti del Master (di cui vado particolarmente fiera) e alle aziende, unendo stakeholder molto diversi tra loro e l’abbiamo fatto con leggerezza, visione e comunione. Tutto quello che secondo me serve in questo periodo tanto quanto un vaccino.”
Giulia Sormani, direttore tecnico del Master in Design the Digital Strategy.
“Sono molto contento e soddisfatto dell’evento e dei risultati. In un clima divertente, fresco, originale e stimolante abbiamo ripensato il business fuori dagli schemi, coinvolgendo le imprese associate, i professionisti e soprattutto gli studenti.
La pandemia ha costretto tutti a ripensare le proprie strategie facendo emergere nuovi bisogni e gli imprenditori si sono messi in gioco, hanno saputo cogliere l’opportunità di una trasformazione. Questo momento di “contaminazione” tra i bisogni delle piccole e medie imprese e il mondo accademico è stato uno spazio importante, di arricchimento per tutti e che, come Associazione, vorremmo riproporre alle aziende anche per favorire il passaggio generazionale di imprenditori e lavoratori”.
Stefano Valvason, direttore generale A.P.I.
“Il motivo per cui ho scelto di fare l’imprenditore o di partecipare alla crescita di un meraviglioso prodotto formativo come il Master in Design the Digital Strategy è la contaminazione. Ed è curioso che in un momento come questo si parli di contaminazione adottando un altro punto di vista. Penso che operazioni come questa ci aiutino a trovare dei significati positivi a delle parole che per noi imprenditori da troppo tempo sono foriere di paura.
Dobbiamo essere in grado di farci contaminare anche in epoca di Coronavirus e questo evento ha avuto un compito importante, che è quello di richiamare noi imprenditori al ruolo imprescindibile del tempo.
Esistono dei tempi lenti e dei tempi veloci nel nostro essere imprenditori: i tempi veloci, che sono spesso quelli che viviamo in questa delicata fase storica, devono lasciare lo spazio anche alla creatività e alla capacità di essere brevi, incisivi, efficaci ed efficienti. Perché a volte basta saper disegnare un’idea su un foglio nel momento giusto e quell’idea diventa poi la realizzazione del sogno di una vita. Io ho avuto la fortuna di farlo due volte: con Twig e con il Master.
Quindi spero che questo spazio di contaminazione – lo ridico la terza volta – abbia rappresentato per tutti veramente un luogo dove poter fare qualcosa di bello e, come ha sottolineato anche Giulia, di farlo con leggerezza”.
Marco, CEO di Twig
Che cosa ci siamo riportati sulla Terra? La consapevolezza che l’innovazione non è solo incrementale, che l’ignoto non fa paura se affrontato con leggerezza e che c’è sempre spazio per nuove idee e nuovi punti di vista grazie al co-design.
Ora lo possiamo dire a gran voce: MISSION COMPLETE!
E… alla prossima avventura 😎