Time to (design) think!

In occasione della IV edizione della Milano Digital Week, insieme al Master in Design the Digital Strategy e a A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie, abbiamo organizzato il workshop: “Become a Digital Transformer: Space Mission for Sustainable Futures”, pensato per progettare nuovi scenari futuri sostenibili.

Become a Digital Transformer: Space Mission for Sustainable Futures, sarà un workshop in formato digitale e, nei vari tavoli progettuali che saranno creati, i giovani designer del Master, sotto la supervisione dei nostri coach di Twig, aiuteranno le piccole e medie realtà imprenditoriali a sviluppare nuovi scenari di mercato grazie agli approcci del design thinking e del rapid idea adoption test.

Il workshop è per noi un‘opportunità di dialogo e contaminazione preziosa, dove confrontarsi – attraverso un role-playing game ambientato nello spazio – per comprendere i bisogni delle persone e del mercato e individuare insieme nuove opportunità legate alla sostenibilità.

Ma nel dettaglio, in cosa consisterà il workshop? 

L’obiettivo della “missione” del workshop è quello di condividere una modalità di pensiero progettuale che, partendo dai bisogni delle persone e dall’utilizzo del pensiero laterale punti a portare innovazione provando a rispondere al “perché” prima che al “come”.  

Abbiamo chiesto alle aziende partecipanti di pensare a un loro prodotto o a un loro servizio sul quale mettersi in gioco provando a immaginare insieme come poterlo innovare con un approccio disruptive.

In un tavolo di progettazione aperto coach, studenti e imprese dopo aver mappato le principali caratteristiche e features del prodotto/servizio scelto e aver identificato a quali bisogni delle persone queste ultime rispondono inizieranno, attraverso un’attività di brainstorming (un tempesta di idee appunto) ad immaginare insieme:

 

• quali sono i mercati in cui questi bisogni sono importanti

• nuovi e interessanti scenari di innovazione e di mercato per l’azienda

nuovi bisogni non ancora esplorati a cui questo prodotto/servizio potrebbe rispondere

Allargheremo poi  il prodotto/servizio facendogli fare un vero e proprio salto innovativo, di mercato o di prodotto… un’innovazione coraggiosa, un ’innovazione disruptive.

Per farlo utilizzeremo il pensiero laterale grazie a un’attività progettuale volta a spingere l’azienda a lasciarsi contaminare a 360° per:

 

• Far emergere quello che già esiste al fine di creare relazioni nuove

Prendere ispirazione da contesti diversi

Cambiare il punto di vista

Cambiare lo status quo

Identificare risorse inattese o inserire nuove variabili progettuali

Identificato il nuovo mercato di interesse o il nuovo bisogno, verificheremo la bontà dell’innovazione individuata attraverso lo strumento del rapid idea adoption test per validare l’idea sulla base dei parametri che influenzano l’adozione dell’innovazione identificati da Everett. M. Rogers:

  • Relative advantage: l’innovazione è percepita come migliore rispetto alle soluzioni già disponibili? 
  • Compatibility: l’innovazione è percepita come coerente rispetto ai valori, all’esperienza e ai bisogni di chi la deve adottare?
  • Complexity: l’innovazione è facile da comprendere e da utilizzare? 
  • Trialability: l’innovazione può essere sperimentata su basi limitate?
    Observability:l’innovazione produce risultati visibili?
Ma che cos’è un’ innovazione disruptive?

In un mondo in continua trasformazione, innovare non è più un’opzione ma una necessità per restare sul mercato. Per continuare a crescere, le aziende devono avere una spinta sempre più rivolta all’innovazione e alla ricerca continua per non rimanere indietro.

I ragazzi del master in Design the Digital Strategy lo sanno bene e sanno anche l’importanza per un’azienda di non concentrarsi solo sulle innovazioni incrementali che permettono di continuare a migliorare la loro offerta attuale. È fondamentale per le aziende guardare anche al di fuori del proprio mercato di riferimento e aprire i propri confini per capire le proprie opportunità di innovazione con nuovi occhi e una mentalità divergente.

In letteratura questo tipo di innovazione viene definito innovazione disruptive; un’innovazione che rompe e riscrive le regole del mercato. Per un’azienda fare innovazione disruptive vuol dire entrare in nuovi mercati o portare innovazioni radicali di prodotto all’interno del proprio mercato.

L’innovazione disruptive e il design thinking

Uno degli approcci più efficaci per poter portare questo tipo di innovazione è senza dubbio il design thinking: un approccio che si basa sulla comprensione profonda del problema e sul pensiero laterale, ovvero l’osservazione del problema da diverse angolazioni, contrapposta alla tradizionale modalità che prevede la concentrazione su una soluzione diretta al problema.  Un approccio all’innovazione che poggia le sue fondamenta sulla capacità di risolvere problemi complessi basandosi sull’abilità di integrare capacità analitiche con attitudini creative.

La vera chiave di questo approccio è però senza dubbio il suo essere completamente human center, il design thinking, più di qualsiasi altro approccio progettuale, ci spinge infatti ad aver sempre presente le persone per cui stiamo progettando e comprendere i loro bisogni. 

Un approccio che, partendo dalle persone e utilizzando un mindset basato sul pensiero laterale evita volutamente quello che inizialmente appare l’unico percorso possibile e cerca elementi, idee, intuizioni, spunti al di fuori del proprio dominio di conoscenza e del proprio mercato di riferimento.

Perché partecipare?

Perché sarà un vero e proprio sprint progettuale che ha come obiettivo quello di provare a ragionare in modo aperto e non incrementale su un prodotto o un servizio, identificando i bisogni a cui rispondono. 

Grazie al confronto e alla contaminazione di nuove idee messe in campo dai giovani designer del Master, sotto la supervisione dei coach di Twig, le aziende avranno modo di esplorare nuovi scenari di mercato anche molto coraggiosi.