Time to (design) think!

Il tempo è un concetto che come progettista ho sempre ritenuto di fondamentale importanza. Ogni metodologia progettuale ha la sua peculiare interpretazione del tempo: l’approccio Lean, quello Agile, ecc. Oggi più che mai è tempo di Design Thinking, una metodologia a cui, come progettista, mi sento più legata e che in questo periodo ho la possibilità di analizzare con un occhio diverso dal solito.

Lavorare costantemente con questa metodologia mi ha profondamente insegnato quanto sia importante saper “vivere il tempo” e rispettarlo nel modo giusto e soprattutto saperlo ascoltare, non solo nel momento in cui progetto come professionista, ma in generale come approccio in quanto persona. Ho cercato quindi di provare ad analizzare il Design Thinking scorporando solo il concetto di tempo per poter sottolineare quanto sia importante comprendere il “respiro del tempo” per affrontare nel modo giusto la progettazione e la vita di tutti i giorni.

Nell’approccio progettuale del Design Thinking è subito chiaro quanto sia centrale il concetto del tempo: guardando le rappresentazioni dei due modelli principali – le 5 fasi del Design Thinking  e il Double Diamond rappresentati di seguito – si percepisce sin da subito la chiara divisione in fasi (suddivisione del tempo), la disposizione di esse (sviluppo cronologico) e lo stretto rapporto di connessione che hanno (principio di consequenzialità).

Il primo insegnamento che questi modelli vogliono trasmettere è a mio parere quindi proprio l’importanza di iniziare un percorso progettuale fidandosi del processo, di non correre e di predisporsi ad affrontare con l’atteggiamento corretto ogni fase.

Le 5 fasi del processo di Design Thinking
Il processo di progettazione Double Diamond

Ma come si muove il tempo all’interno di queste fasi?

1. Empathize

Impara a conoscere per chi stai progettando entrando “nelle sue scarpe”.

Empathize è il tempo della conoscenza e dell’ascolto, non si può pensare di poter saltare questa fase e correre alla fase successiva; è il tempo della ricerca (qualitativa e quantitativa), è il tempo di aprire gli occhi, di essere recettivi, di fare domande, di esplorare al fine di raccogliere più informazioni possibili, non è il tempo per stare seduti, ma il tempo per muoversi all’interno dello spazio progettuale con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione; è il tempo della curiosità progettuale e dell’entusiasmo.

2. Define

Analizza tutte le informazioni che hai raccolto nella prima fase e formalizza la domanda a cui vuoi dare risposta,  il tuo punto di vista e la tua direzione progettuale.

Define è il tempo dell’interpretazione e della riflessione, è il momento in cui si smette di cercare e ci si ferma per guardare tutto dall’alto. È il tempo di mettere ordine, di creare connessioni, selezionare, interpretare, scartare. È forse il tempo dove l’attenzione è massima perché è il tempo della scelta, quello in cui viene individuato il proprio spazio progettuale, deciso che direzione intraprendere e quale personale punto di vista adottare.

3. Ideate 

Proponi più soluzioni possibili per rispondere alla domanda progettuale identificata prima.

Ideate è il tempo della libertà, dopo il tempo della conoscenza (Empathize) e il tempo dell’interpretazione (Define) è il momento di progettare. È il tempo più creativo di tutto il processo, il tempo della “tempesta di idee”, dell’ “assalto ai cervelli” (brainstorming); se nella fase di Empathize ci si muoveva nello spazio progettuale, qui ci si muove mentalmente per andare a raggiungere e formulare più idee possibile.

4. Prototype 

Una volta selezionata l’idea migliore è il momento di iniziare a renderla concreta, o rendere concreta parte di essa.

Prototype è il tempo del fare, il tempo del provare, del confronto, il tempo di mettere in discussione le idee che abbiamo progettato. Nel Design Thinking questo tempo viene anticipato rispetto ad altri approcci proprio perchè centrale è l’importanza di rendere concreto il prima possibile tutto ciò che fino ad ora è stato solo nelle nostre teste. È il tempo dove l’idea si apre per la prima volta al mondo esterno, il tempo del confronto, dell’interazione e nuovamente dell’ascolto per capire veramente cosa funziona e cosa no.

5. Test

Far provare la soluzione progettata alle persone per cui è stata pensata per verificare se risponde al problema che volevamo risolvere.

Test è il tempo della prova, il tempo dove l’idea prende vita, dove la soluzione da statica diventa fluida entrando nel mondo reale. È il tempo dell’attenzione e dell’apertura per vedere e recepire tutti i feedback (diretti e indiretti) di chi interagisce con la soluzione.

Cosa mi ha insegnato quindi il Design Thinking come progettista, ma soprattutto come persona?
Mi ha fatto capire che nella progettazione, come nella vita di tutti i giorni, c’è un tempo giusto per ogni cosa.

Cosa succederebbe se corressimo infatti subito alla fase dell’Ideate saltando le due importantissime fasi dell’Empathize e del Define? Quante cose rischieremmo di perdere?

Se mettessimo sul mercato una soluzione senza averla testata, quanto rischieremmo di non sapere se risponde davvero ai bisogni del mercato?

Questo approccio più di tutti ci dimostra bene come ogni cosa abbia il suo tempo, e ogni tempo abbia bisogno di essere affrontato con la giusta predisposizione mentale; anche se tutti siamo più a nostro agio in alcune fasi del processo piuttosto che in altre l’importante è imparare a fidarsi del processo stesso, a vivere il momento senza correre avanti con il pensiero o senza soffermarsi troppo, a riuscire quindi ad adattarsi al tempo in modo fluido e propositivo.

Diamo tempo alle cose e canalizziamo il nostro pensiero in un progetto: è la strada migliore verso la soddisfazione!

Come progettisti, ma soprattutto come persone possiamo quindi impegnarci a dare il giusto tempo alle cose,  farci aiutare dal tempo a canalizzare il nostro pensiero verso un obiettivo, e saperci adeguare al tempo che stiamo vivendo imparandolo a vivere nel modo giusto.