
In questo articolo, Niccolò parla del whistleblowing, che entro dicembre sarà obbligatorio per le aziende con almeno 50 dipendenti. Oltre a capire di cosa si tratta, scopriamo perché i canali di whistleblowing sono un punto di partenza per una gestione aziendale etica e trasparente, rispettando le normative e promuovendo la responsabilità aziendale.
L’obbligo di avere un canale di whistleblowing non è solo una questione di conformità legale, ma è anche importante per promuovere una cultura aziendale basata sull’integrità, la responsabilità e la trasparenza, e rappresenta quindi un’opportunità per assicurarsi un ecosistema aziendale sano.
La privacy degli utenti e il GDPR
La privacy è diventata una priorità per le aziende in tutto il mondo, grazie all’introduzione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell’Unione Europea, che ha posto chiare linee guida sulla raccolta, l’elaborazione e la conservazione dei dati personali degli utenti.
Le aziende devono, quindi, assicurarsi che i dati personali siano trattati in modo sicuro e che gli utenti ne abbiano il pieno controllo: per questo, è diventato centrale inserire nei processi aziendali il principio della “PRIVACY BY DESIGN”, che sancisce l’idea che l’utente, la sua privacy e i suoi dati personali devono essere al centro della progettazione di tutti i tool, le piattaforme o qualsiasi altro strumento digitale.
Strumenti di controllo interno ed esterno: il whistleblowing
Per garantire una gestione aziendale corretta, le aziende devono implementare strumenti di controllo sia interni che esterni, per monitorare le operazioni aziendali, identificare potenziali problemi e prevenire comportamenti illegali o non etici.
Internamente, le aziende dovrebbero istituire un sistema di controllo che includa la revisione periodica delle operazioni aziendali, l’audit delle finanze e la valutazione della conformità alle normative, per identificare in modo tempestivo eventuali irregolarità. Esternamente, le aziende dovrebbero favorire la segnalazione di comportamenti sospetti da parte dei dipendenti, clienti o altri stakeholder: qui entra in gioco il whistleblowing, che da dicembre 2023, le aziende con almeno 50 dipendenti sono tenute a integrare.
Il whistleblowing è il processo attraverso cui gli individui all’interno o all’esterno di un’azienda segnalano attività illegali, comportamenti non etici o violazioni delle normative. Queste segnalazioni possono riguardare diversi aspetti: dall’abuso finanziario alla discriminazione sul posto di lavoro, eccetera.
Un efficace sistema di whistleblowing è fondamentale per una gestione aziendale responsabile e trasparente e permette di scoprire e arginare eventuali problemi prima che diventino gravi, riducendo il rischio di danni reputazionali e legali.
Per ottenere, però, che la popolazione aziendale sia proattiva nella segnalazione di questi comportamenti è necessario assicurarsi che da queste segnalazioni le persone non ne abbiano conseguenze spiacevoli. Per questo motivo serve che queste piattaforme possano assicurare una perfetta gestione dei dati personali in modo che nessuno possa partire dalla segnalazione per risalire al segnalatore.
In questo quadro, sia considerando gli strumenti di revisione interna, sia quelli verso l’esterno, la privacy degli utenti diventa centrale, soprattutto quando si vogliono creare tool in cui è fondamentale il contributo del singolo a livello di contenuto, ma non serve identificare chi lo ha dato.
Questo articolo è stato scritto con il supporto di ChatGPT (ma nessuna IA è stata sfruttata!😜)