Time to (design) think!

Da anni Twig partecipa ad alcuni corsi e prodotti formativi del Politecnico di Milano: il Laboratorio di Sintesi Finale della Scuola del Design, il Master in Design the Digital Strategy e il Master in Brand Communication, entrambi i Master erogati da POLI.design. In varie occasioni abbiamo coinvolto anche A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie e i suoi associati in workshop con gli studenti, per creare connessione tra il mondo del business e quello accademico e dare vita a progetti innovativi.

Molti dei professionisti di Twig partecipano come docenti in alcuni moduli dei due Master, portando la propria expertise nell’ambito del digital marketing, del posizionamento strategico, della comunicazione digitale e del service design. Offriamo, inoltre, il nostro supporto nella creazione di moduli dedicati alla didattica innovativa e nel creare connessione e occasioni di contatto tra gli studenti e le aziende, attraverso momenti formativi ad hoc (come i Project Work) ed eventi di disruptive innovation (ecco un esempio).

In queste attività di co.design con gli studenti e negli eventi, abbiamo più volte coinvolto anche A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie e i suoi associati: occasioni preziose queste, per tutte le parti coinvolte.

Da un lato, infatti, gli studenti “toccano con mano” il mondo fuori dall’aula, ovvero quello del lavoro concreto e in particolare delle PMI, con problematiche e necessità contingenti; durante il confronto con le imprenditrici e gli imprenditori, inoltre, possono ascoltare testimonianze, trarne insegnamenti e spunti di ispirazione, e, soprattutto, durante i Project Work, hanno la possibilità di cercare soluzioni a partire da bisogni reali

Dall’altro, anche per le aziende si tratta di un’esperienza a suo modo formativa: lavorando con gli studenti è possibile accedere a metodologie di progettazione innovativa, mettendo i bisogni della propria realtà al centro.

Un esempio: il Laboratorio di Sintesi Finale 2022 della Scuola del Design

Per la seconda volta, l’anno scorso, abbiamo coinvolto A.P.I. nel Laboratorio di Sintesi Finale della Scuola del Design del Politecnico di Milano per fare vivere agli studenti un’esperienza didattica calata nella realtà del tessuto produttivo italiano. 

Nel corso del laboratorio, a cui A.P.I. ha preso parte nel 2019, WTDT: Working Through Digital Transformation, abbiamo lavorato sulle competenze necessarie alle aziende per affrontare la trasformazione digitale e sulle azioni da intraprendere per ridurre la distanza tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Gli studenti hanno incrociato le customer journey delle due parti coinvolte, identificando così i pain point comuni a molte aziende, tra cui anche quelle B2B, riassumibili in un gap linguistico e di mindset tra le aziende e i giovani professionisti. Il bisogno inespresso era dunque quello di trovare un nuovo modo di comunicarsi, che andasse oltre i metodi tradizionali above the line (come, ad esempio, le fiere di settore). Si è, quindi, lavorato sulla necessità delle aziende coinvolte di sviluppare un posizionamento digitale e un ecosistema di canali in grado di parlare ad audience più ampie.

Durante il laboratorio di Sintesi Finale della Scuola del Design del Politecnico di Milano del 2022, abbiamo voluto approfondire questo insight relativo alla necessità di sviluppare una comunicazione digitale come driver degli obiettivi strategici delle PMI.

Abbiamo così accompagnato gli studenti nella sfida di sviluppare una strategia che agevolasse tale percorso, incentrata sullo storytelling, come strumento a supporto delle aziende e dei loro obiettivi: di business, di posizionamento e di comunicazione (corporate o di marketing). 

Nel dettaglio abbiamo guidato studenti e imprese nel dare una risposta a queste domande: 

– come lo storytelling supporta il posizionamento delle PMI;

– come lo storytelling può aprire alle PMI nuovi mercati;

– come lo storytelling può supportare le PMI nel valorizzare le iniziative di CSR;

– come lo storytelling può aiutare le PMI ad attrarre nuovi talenti.

Tuttavia, un’operazione di questo tipo può essere particolarmente difficile per le aziende di piccole dimensioni, dove di rado internamente ci sono figure professionali dedicate e/o competenze di comunicazione strutturate: questo può rendere la comunicazione corporate e di marketing spesso difficoltosa o poco incisiva. 

A.P.I., che ha partecipato al laboratorio sia in veste di Associazione che di azienda, ha coinvolto altre sette PMI con differenti bisogni per testare insieme a loro le potenzialità dello storytelling e l’importanza del confronto con le nuove generazioni.

«Le PMI che guardano al futuro sanno che per costruire devono cambiare e cogliere la sfida dei nuovi modi di comunicare, anche ‘rifacendosi il look’ per essere attrattive nei confronti dei clienti e delle nuove generazioni di collaboratori. Il Servizio Comunicazione di A.P.I. stimola le imprese a raccontarsi, a usare strategicamente lo storytelling per avvicinare i giovani, valorizzare il sacrificio e il valore di essere imprenditori e fare impresa. E direi anche per far nascere la voglia di scegliere di fare il mestiere di imprenditore! Quale miglior modo del mettersi alla prova in Ateneo con dei giovani talenti? Hanno accettato tutti subito e con entusiasmo».

Alessandra Pilia, Responsabile Marketing e Comunicazione di A.P.I.

Il percorso

Ogni azienda ha lavorato con un gruppo di studenti che, come prima cosa, ha fatto un’analisi del tessuto produttivo italiano e delle esigenze delle aziende. In questa fase è stata fondamentale la testimonianza di A.P.I., relativa all’esperienza maturata con le aziende associate.

«Gli imprenditori ci chiedono di dargli stimoli al cambiamento e alla crescita, per ‘alzare lo sguardo dalla scrivania, dagli adempimenti’. Infatti, il futuro è nelle PMI, che pensano in grande e si muovono a piccoli ma decisi passi. Però il futuro si crea anche attraverso le idee dei giovani, che sono gli attori del mondo del lavoro di domani. Per questo le imprese devono farsi vedere e raccontarsi. In Italia le PMI rappresentano oltre il 99% del tessuto produttivo. Come Associazione ci impegniamo a costruire ponti solidi tra imprese, sistema scolastico e Università, proprio per questo abbiamo raccontato agli studenti concretamente cosa sono le PMI – in particolare manifatturiere, di cui si sa poco. Inoltre, come sempre, ci siamo messi in gioco in prima persona e anche A.P.I. ha preso parte al progetto per far conoscere ai giovani, attraverso il loro modo di comunicare, il valore di fare associazione.»

Stefano Valvason, Direttore Generale di A.P.I.

Dopo questo studio preliminare, gli studenti hanno incontrato le aziende e con queste hanno fatto un’operazione di ascolto per comprendere i reali bisogni e le richieste specifiche delle singole realtà, che si sono rivelate essere molteplici e differenti, tra cui: lancio di un prodotto in un settore specifico, oppure la promozione di un servizio B2B, o ancora un nuovo posizionamento di mercato.

A partire da questa raccolta dei bisogni, hanno poi proseguito l’analisi e la ricerca e hanno elaborato degli insight sulla base dei quali hanno sviluppato una strategia digitale content based, nella quale storytelling e prodotti audiovisivi fossero i driver principali per costruire delle meccaniche di ingaggio degli utenti. 

Ogni gruppo ha anche realizzato degli output operativi: una landing page di atterraggio per gli utenti e un piano editoriale digitale relativo a un canale social e legato alla landing page, e che rispettasse la user-journey progettata nella strategia di comunicazione e finalizzata alla conversione (in questo caso, una modalità di contatto diretto tra target e azienda). 

Le aziende hanno mostrato tutte un grande coinvolgimento e, soprattutto, in molti casi l’intenzione di continuare il percorso intrapreso, ad esempio proponendo stage ai ragazzi o implementando nel concreto le attività di comunicazione progettate durante il laboratorio dal proprio gruppo.

Occasioni come queste sono di estremo valore per tutti gli interlocutori e non solo sul piano formativo: una connessione tra l’ambito dell’impresa e quello accademico, che forma i futuri professionisti che si stanno preparando a entrare nel mondo del lavoro, è un passo fondamentale per accorciare la distanza tra le due parti e per trovare prima un match tra ciò che è oggi l’universo del business e quello che sarà, proprio per mano di quelli che ora sono tra i banchi. Inoltre, se gli studenti scoprono quanto è sfaccettato il tessuto industriale italiano, le aziende trovano spunti innovativi per r-innovarsi, e nuovi punti di vista su loro stesse, particolarmente proficui perché offerti dalle nuove generazioni.

 

“Queste occasioni didattiche sono sempre molto preziose.
Come docenti e come professionisti il nostro ruolo è quello di fare da ponte tra le aziende con cui lavoriamo quotidianamente e i giovani professionisti che hanno competenze fondamentali per l’evoluzione necessaria al tessuto imprenditoriale italiano. È prima di tutto un ruolo di supporto culturale. Da un lato dobbiamo far capire alle imprese l’importanza di aprire le loro porte e raccontarsi a pubblici più ampi per poter rimanere competitivi valorizzando il patrimonio di cui ogni PMI è portatrice. Dall’altro dobbiamo favorire la formazione di giovani professionisti in grado di agevolare il cambiamento culturale delle aziende avendo un ruolo attivo e in linea con i propri valori.”

Katia – Executive Advisor di Twig

Qui puoi leggere gli articoli precedenti che raccontano la collaborazione tra Twig e A.P.I. Associazione Piccole e Medie industrie: 

Twig con A.P.I.: come costruire nuovi processi relazionali all’interno del network?

Twig e A.P.I.: dall’identificazione dei bisogni delle imprese, alle soluzioni. Un caso di successo.