
In questo articolo raccontiamo della nostra collaborazione con Ciceri de Mondel: una realtà che ci sta particolarmente a cuore e che abbiamo conosciuto grazie ad A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie, a cui l’azienda è associata.
È stata proprio A.P.I., infatti, a metterci in contatto con questa bella realtà, e a supportare l’azienda in una prima fase di identificazione del bisogno.
Nel corso del 2019, A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie aveva organizzato dei momenti informativi per le imprese associate, relativi a vari temi tra cui il digital marketing, argomento per il quale aveva chiesto il supporto di Twig. È stato proprio durante questo seminario, tenuto da Niccolò, che abbiamo conosciuto Luciana Ciceri, l’amministratore delegato di Ciceri de Mondel e della sua business unit interna Filoalfa, che si occupa della produzione dei filamenti per la stampa 3D.
Dopo questo primo incontro, grazie al supporto che A.P.I. ha dato all’impresa, sono emersi degli ulteriori bisogni latenti di quest’ultima:
– sviluppo tecnologico dell’e-commerce di Filoalfa;
– promozione digitale, per acquisire nuovi clienti;
– il rifacimento del sito web corporate, per renderlo più esplicativo del posizionamento aziendale.
Su queste necessità si è innestato il supporto di Twig, e così è iniziata la nostra collaborazione, durata quattro anni, e che raccontiamo sempre con particolare piacere:
“I progetti che abbiamo sviluppato per Ciceri e Filoalfa sono stati motivo di grande soddisfazione… In particolare, la piattaforma ARI [di cui leggerete più avanti NDR] è una vera e propria ‘figlia’, una creatura viva a cui ci siamo dedicati con passione… Inoltre, è sempre stimolante lavorare con persone come Luciana: ha una potenza dirompente, è un modello di umanità e una forte fonte di ispirazione.”
Niccolò, Executive Advisor del progetto
Il progetto
Dopo una prima fase di consulenza, capiamo insieme che la prima azione da mettere in campo, contrariamente a quanto preventivato, non poteva essere l’implementazione dell’e-commerce: sarebbe stato troppo oneroso da un punto di vista economico e non avrebbe portato i risultati sperati, perché mancavano dati sufficienti sui target di riferimento, che sarebbero invece stati preziosi per evolvere la piattaforma in modo coerente con le necessità dei clienti e impostare una strategia di marketing a lungo termine.
Parallelamente al rifacimento del sito web corporate di Ciceri, abbiamo progettato e realizzato delle attività di marketing digitale su Google ADS e Facebook, per portare gli utenti sull’e-commerce di Filoalfa e iniziare la fase di test e raccolta dati.
La pandemia e la “bobina sospesa”
Nonostante queste attività avessero portato dei buoni risultati fin da subito, dopo qualche mese, incontriamo un ostacolo: è marzo 2020, scoppia la pandemia, e si verifica, prevedibilmente, un crollo verticale della richiesta. Ciò che, invece, è andato contro tutte le aspettative è stato che le vendite poco dopo sono risalite, anche se ci trovavamo ancora in lockdown. Cosa è accaduto?
Le persone, costrette a casa, hanno iniziato a sperimentare, compravano stampanti 3D e provavano a produrre oggetti. In particolare, quando c’è stata la crisi dovuta alla mancanza dei respiratori e delle valvole respiratorie, la produzione di questi strumenti medici con stampanti 3D è incredibilmente aumentata.
RICERCHE ONLINE RELATIVE A “Stampante 3D” da inizio febbraio a fine giugno 2020

QUERY ASSOCIATE alla chiave di ricerca “Stampante 3D” da inizio febbraio a fine giugno 2020

Da qui l’idea: la bobina sospesa.
Filoalfa ha aperto la possibilità di comprare bobine di filo per stampanti non per autoconsumo, ma per donarle a terzi, come ospedali e centri di stampa che erano impegnati nella produzione di respiratori e valvole.
Da qui l’idea: la bobina sospesa.
Filoalfa ha aperto alla possibilità di comprare bobine di filo per stampanti non per autoconsumo, ma per donarle a terzi, come ospedali e centri di stampa che erano impegnati nella produzione di respiratori e valvole.
Le evoluzioni del progetto
Dopo un anno di lavoro a fianco di Filoalfa, abbiamo raccolto i dati sufficienti per avviare in modo mirato lo sviluppo dell’e-commerce. Tuttavia, dopo una supervisione fatta in loco in azienda, ci rendiamo conto che non era ancora il momento di intervenire sull’e-commerce: prima, erano necessarie delle ulteriori implementazioni non tecnologiche, bensì logistiche.
Una quota importante degli ordini, infatti, avveniva per telefono e non online: quindi, prima di portare l’e-commerce a gestire un volume ancora maggiore di ordini, si doveva lavorare sulla logistica, per ridurre i tempi che intercorrevano tra ricezione – produzione – invio dell’ordine e creare uno spazio in cui far convogliare tutte le diverse provenienze degli ordini. Se non fossimo intervenuti sul processo di gestione delle richieste, lo sviluppo dell’e-commerce sarebbe stato inutile: questo strumento sarebbe stato, sì, in grado di produrre una quantità maggiore di acquisti, ma si sarebbe abbassata la qualità del servizio offerto ai clienti perché il reparto logistico avrebbe subito un inevitabile affaticamento.
“Abbiamo riscontrato una grande affezione nei confronti dell’azienda da parte dei clienti, perché il prodotto è superiore alla media e il servizio di customer care è di alto livello, arrivando persino a produrre un filo personalizzato. Per questo è stato importante non impattare sulla qualità erogata, mettendo a sistema anche la parte logistica.”
Niccolò, Executive Advisor del progetto
Allora abbiamo ri-progettato, insieme a Filoalfa, il ciclo di lavoro, partendo dagli ambienti e dai gesti concreti che i dipendenti dell’azienda compivano per smistare gli ordini. Soltanto dopo questa fase è stata realizzata la base tecnologica che doveva supportarli: è nato così ARI, un programma gestionale che aggrega tutte le diverse fonti di ordini (telefonici e dall’e-commerce) e li mette a sistema.
Uno degli aspetti che più ci hanno gratificato di tutto il lavoro è stato constatare come la popolazione aziendale abbia ben accolto questa innovazione: introdurre nuovi strumenti in un ambiente in cui il processo lavorativo è ben consolidato è sempre un piccolo rischio, ed è spesso necessario un inserimento graduale, per non scompaginare in modo troppo netto le abitudini di chi lavora. In questo caso, invece, dopo qualche mese dall’implementazione di ARI, ci è arrivata questa foto:

Chi si occupava di logistica si era costruito un supporto per poter portare sempre con sé il proprio device (smartphone con l’aggiunta di uno strumento per leggere i barcode) con cui aveva accesso ad ARI.
Questo progetto è un ottimo esempio di come realtà imprenditoriali, a prescindere dal settore e dalle dimensioni, possano agire per evolvere sempre di più e sempre meglio.
Inoltre, questo caso studio condiviso con A.P.I., è indicativo di come un bisogno esplicito (in questo caso, avere più clienti da portare sull’e-commerce e sviluppare questo strumento per permettergli di supportare un crescente numero di richieste), spesso nasconda delle esigenze latenti (in questo caso, preparare la logistica a evadere più velocemente gli ordini). Il lavoro dei consulenti è proprio quello di “smascherare” tali bisogni impliciti, reindirizzare gli investimenti del cliente, anche se questo significa scoraggiarlo dall’intraprendere la strada più semplice.
Qui puoi trovare il racconto di un altro progetto di Twig svolto a fianco di A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie!