Time to (design) think!

Dopo aver raccontato come è nato il progetto, come si è sviluppata la fase di ricerca e quale è stato invece il valore portato dal co-design e dall’approccio partecipativo, con quest’ultima pillola entreremo nel dettaglio della soluzione che è stata progettata con Maria Grazia Gritti – Responsabile Settore Servizi alla Persona e Politiche Familiari, Enrico Micheli – Project Manager e consulente per le politiche socio-educative, Simone Dall’Angelo – Executive Advisor di Twig e Serena Ballabio – Service Designer di Twig.

Se ti sei perso i tre articoli precedenti non ti resta che recuperarli:
Pillola 1 – Il Design Thinking al servizio dell’emergenza abitativa nel Comune di Nembro
Pillola 2 – Le persone al centro del progetto: il Design Thinking come approccio per l’innovazione sociale
Pillola 3 – Il co-design per sviluppare nuove soluzioni nate dal territorio per il territorio

 

4. La soluzione: una rete territoriale 

Durante i momenti di co-design, la considerazione più interessante che è emersa è stata che i cittadini spesso si rivolgono troppo tardi ai Servizi Sociali e alle Istituzioni, quando ormai le soluzioni da poter attivare sono molto limitate e dettate dalla contingenza.

Perché allora non avvicinare il punto di ascolto? Perché non creare un livello più informale per recepire i bisogni delle persone che vivono il territorio?

La direzione intrapresa è stata, dunque, quella di iniziare a identificare e attivare dei punti di ascolto sul territorio più vicini ai cittadini, non creando da zero nuovi spazi e nuove realtà, ma valorizzando i soggetti presenti al tavolo di co-design e già attivi sul territorio.

Nasce così una nuova rete tra gli enti del territorio di Nembro, in grado di intercettare in ottica preventiva le situazioni di emergenza.

Ogni ente che aderirà alla rete sarà dunque un nodo abilitato a:

– essere un punto di ascolto sul territorio;

– recepire segnalazioni e orientare persone e nuclei famigliari verso le soluzioni esistenti;

– agire in ottica preventiva e sinergica con gli altri enti.

Perché una rete?

Come abbiamo visto in precedenza, il problema dell’emergenza abitativa è estremamente complesso e può presentarsi con diverse sfaccettature (ad esempio, lavoro, fragilità sociali e psicologiche, imprevisti economici gravi, situazioni famigliari difficili): questo significa che i primi segnali di una situazione di criticità possono essere intercettati da diverse realtà, in base alla tipologia di problematica che ne sta alla base. 

Per questo una possibile strategia di prevenzione consiste proprio nell’ampliare la rete delle realtà coinvolte, creando sinergie tra aree di competenza diverse e cercando di coniugare punti vista differenti sul medesimo problema.

Ci sembra bello chiudere questa ultima pillola con una riflessione di Maria Grazia Gritti – Responsabile Settore Servizi alla Persona e Politiche Familiari:

“L’operatore sociale può e deve farsi promotore di processi di discussione che diventano a loro volta un terreno fertile per creare e implementare nuove tipologie di lavoro e nuove prassi”

Anche noi, come designer, non possiamo che farci con tutto il cuore lo stesso augurio: continuare ad avere il coraggio di aprire spazi di dialogo e di confronto per accrescere la conoscenza condivisa del problema, permettendo di poter agire in modo sempre più puntuale e proattivo.

Siamo all’ultima pillola: si conclude così il nostro viaggio nel mondo dell’innovazione sociale, ma sicuramente non siamo alla fine di questa esperienza progettuale né dell’impegno in prima linea di Twig su queste tematiche. 

Ringraziamo L’Eco di Bergamo per l’articolo: “Emergenza abitativa a Nembro, Servizi e Coop giocano d’anticipo” di Marta Todeschini, pubblicato in data: 07/08/2021, di cui vi mostriamo un estratto. 

 

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