Time to (design) think!

Quali sono stati i primi passi di questo progetto e come è si svolta la fase di ricerca iniziale sul territorio? Sono questi i temi che tratteremo all’interno di questa pillola con Maria Grazia Gritti – Responsabile Settore Servizi alla Persona e Politiche Familiari del Comune di Nembro, Enrico Micheli – Project Manager e consulente per le politiche socio-educative del Comune di Nembro, Simone Dall’Angelo – Executive Advisor di Twig e Serena Ballabio – Service Designer di Twig.

Se ti sei perso l’articolo precedente non ti resta che leggerlo qui.

2. I primi passi nel progetto

Ci siamo accorti che le casistiche sono molteplici, le soluzioni non sempre adeguate e quasi sempre si agisce in emergenza e non in prevenzione e questo ci ha fatto capire che avevamo bisogno di aprirci, di guardare il problema con occhi diversi.

Enrico Micheli – Project Manager e consulente per le politiche socio-educative del Comune di Nembro

Sono due i pillar del Design Thinking da cui siamo partiti per costruire il progetto:


1. Mettere le persone al centro del progetto.

Partire dalle persone e non dalle soluzioni, dai report e dalle politiche già in atto o sperimentate nel passato. Mai come in questo progetto, per affrontare questa tematica complessa è stato importante partire dalle persone, mettersi nei loro panni per capirne davvero i bisogni, le  paure, e le ragioni profonde alla base di determinate situazioni (empathize, la prima fase del Design Thinking).

Nella fase iniziale abbiamo quindi raccolto storie e punti di vista, per capire le problematiche e i pattern comuni; abbiamo poi incrociato i nuovi dati con quelli esistenti, analizzato i processi, gli attori coinvolti e le possibili soluzioni già presenti sul territorio, per impostare tutte le basi per la co-progettazione che ha caratterizzato la seconda fase del progetto.

2. Utilizzare un’ottica partecipativa coinvolgendo gli attori del territorio.

Da subito è stato chiaro che per risolvere un problema complesso bisogna lavorare con un’ottica partecipativa e collaborativa.

La scelta è stata quindi quella di creare dei tavoli di co-progettazione ai quali invitare i principali enti che operano sul territorio di Nembro e che si occupano di diversi aspetti collegati al problema: politiche del lavoro, della casa, fragilità psicologiche e sociali, sostegno e supporto economico.

Una ricerca efficiente parte infatti dalla capacità di mettere in luce, attraverso diversi punti di vista, la problematica da dover approcciare; dunque, capire quali sono i bisogni e le risorse che gravitano intorno al problema, le competenze diverse da poter mettere in campo, i ruoli e le varie connessioni già in atto o da poter innestare.

 

Il racconto di questo progetto non finisce qui, infatti, nella prossima pillola racconteremo i tre momenti di sviluppo tramite il co-design.

Ringraziamo L’Eco di Bergamo per l’articolo: “Emergenza abitativa a Nembro, Servizi e Coop giocano d’anticipo” di Marta Todeschini, pubblicato in data: 07/08/2021, di cui vi mostriamo un estratto.