Sono le 8.30 di un mattino di questi giorni strani e mi preparo per il mio allineamento settimanale con Marco.
Trillo di Hangout, nello schermo a darmi il buongiorno uno dei suo bellissimi gatti (sarà per quello che cominciamo sempre con il sorriso queste call).

 

Prima di organizzare il lavoro facciamo due chiacchiere… ma questa volta è diverso. Ci incalziamo e ci divertiamo a indovinare come risponderà l’altro su una convinzione che avevamo in testa già da tempo.

 

Così, quasi senza accorgercene, buttiamo giù le basi per beprobepositive.com.

 

Mariangela,
Responsabile della Comunicazione di Twig

1. Perché un blog di design che parla di trasformazione?
Marco: La trasformazione è il tema del momento, ma a differenza di altri trend topic non è un ambito “verticale”, tantomeno un argomento “passeggero”: impatta concretamente sulla vita delle persone e pervade con velocità qualsiasi ambito del mondo che ci circonda.

Tradurre e unire sono due approcci fondamentali nell’affrontare la trasformazione, e il design da sempre affida a svariate tecnicalità il compito di collegare ambiti differenti e di portare un significato comune a interlocutori distanti tra loro.

Oltre a essere una delle discipline professionali più richieste del momento – dunque molto presente in quei luoghi dove “si fa la trasformazione”, il design legge la realtà con un approccio estremamente “aperto” e “alternativo”: una caratteristica che stimola la curiosità di chi lo sceglie in primis come filosofia di vita, e che favorisce una lettura positiva del futuro. 

Il design è trasformazione e vitalità, e la vitalità è l’elemento centrale su cui fondare un cambiamento positivo.

2. Quanto ti è semplice parlare di trasformazione?
Mari: Non è semplice rendere comprensibile un tema così complesso, ma di certo Twig mi ha aiutato a capire profondamente i processi che lo caratterizzano, per essere in grado di tradurli in nuove occasioni di crescita.

Ci confrontiamo ogni giorno con professionisti molto diversi fra loro, che hanno bisogni specifici e vivono in contesti differenti: portare la trasformazione digitale in queste realtà vuol dire, prima di tutto, confrontarsi con le persone che questo cambiamento lo devono interiorizzare, destrutturare e calare nei processi tipici del loro business.

Sono loro, le persone che noi accompagniamo passo dopo passo, ad essere gli attivatori di un percorso orientato al futuro. La trasformazione digitale diventa così punto di forza e conditio sine qua non della loro evoluzione, dimostrando che ogni cambiamento è possibile.

3. Ha ancora senso fare un blog nel 2020?

Marco: Penso sia più importante oggi, che nel passato. Viviamo un ambiente pervaso dalla tecnologia digitale, dove è semplice veicolare contenuti attraverso strumenti “pronti all’uso”: con pochi passaggi crei il tuo account, elabori un messaggio e raggiungi un pubblico potenzialmente molto vasto.

Ma.. c’è un ma: il canale non è realmente tuo, il pubblico è aggregato con logiche su cui hai una conoscenza parziale e il funzionamento “nascosto” del sistema stimola domande non da poco: che controllo avrai sulla diffusione del contenuto? Quali regole alla base del canale potrebbero andare in contrasto con quanto hai scritto – magari con la tua opinione politica?

Quando si ha qualcosa di importante da dire, purtroppo, il messaggio non è sufficiente: serve indipendenza, il che si traduce in coraggio nel ritagliarsi il proprio spazio nel mondo, prima ancora di poter comunicare il proprio valore.

Senza spazio, insomma, non può esistere contenuto.

4. A cosa pensi quando leggi il claim di Twig, Be Pro Be Positive?

Mari: Penso a noi. Un gruppo di persone fluido, fuori e dentro Twig, con un’attitudine positiva per gestire il cambiamento e un approccio professionale per dotarsi degli strumenti giusti per farlo. 

Il valore dei temi trattati è proprio nella commistione delle professionalità e dei punti di vista di tutti coloro che vivono Twig in una qualche forma; è il loro contributo a rendere beprobepositive uno spazio di incontro e di confronto.

E saranno proprio i Twiggers in prima persona a raccontare i progetti, il bisogno da cui sono nati e i benefici apportati nella sezione Protagonisti, mentre nella sezione Conversazioni i dialoghi forniranno un punto di vista personale di chi li racconta.

La sezione dedicata alle Prospettive sarà un viaggio fino al cuore della cultura digitale, mentre l’Osservatorio ci darà la misura e gli strumenti per comprenderla fino in fondo.

5. Come ti piacerebbe vedere evolvere il blog nel tempo?
Marco: Senza differenze tra chi è dentro e chi è fuori. Questo spazio è stato pensato da persone che lavorano con passione nella stessa realtà, ma la cui vocazione è costruire relazioni di valore con una pluralità di soggetti unica nel suo genere: ricerca, orientamento, didattica, strategia ed execution.

Questa unicità, basata su un’onesta multidisciplinarietà, è il valore più grande che abbiamo raccolto in questi sei anni di percorso insieme: chi conosce Twig sa benissimo che la sua vitalità va ben oltre le mura del suo headquarter a Milano.

Come è stato naturale immaginare un canale aperto a chiunque volesse dare un contributo per orientare le persone in questo momento di inevitabile trasformazione, sarà importante lasciare che questo spazio evolva secondo un principio di inclusione, integrità e qualità, qualsiasi sia la forma che meglio lo rappresenterà.

6. Quindi, se domani i blog non esistessero più, cosa succederebbe a beprobepositive.com?
Mari: Siamo appassionati, curiosi, creativi e con una gran voglia di andare sempre oltre: abbiamo l’urgenza di comunicare e ogni traguardo raggiunto è per noi una nuova partenza. Troveremo un altro modo per raccontare quello che ci riguarda con lo stesso entusiasmo: fonderemo una radio, o una web tv, chi lo sa…!
7. In questo momento storico di incertezza, quanto è importante “fare insieme”?
Marco: L’incertezza fa molta paura e la paura si sconfigge con la pluralità di informazioni, di motivazioni e di valori. E con la vitalità, che è propensione consapevole all’azione.

Anche se il Coronavirus ha repentinamente cambiato il nostro modo di concepire il lavoro e la vita sociale, quello che ci insegnano il design e la trasformazione è che ogni vincolo, per quanto forte, può essere trasformato in opportunità. 

Opportunità che è in primis motivazione a uscire dalla propria confort zone e a evolvere come società: con la consapevolezza che il singolo, per quanto rappresentativo della sua unicità, non può far fronte al cambiamento quanto un gruppo di persone unite dalla stessa visione.

8. E se oggi è facile far prevalere la paura… quanto ci fa davvero paura il futuro, quando siamo in Twig? 
Mari: Il futuro può trasformarsi in incertezza se quello che manca è una direzione. Chiunque sia in Twig ha scelto di sposare una vision che si riflette e traduce in tutto quello che siamo: persone che camminano insieme senza mai perdersi di vista, dritti verso un obiettivo comune.